venerdì 18 dicembre 2009

19- incontraddizione


Pianetadove senza contraddizione non potrebbe esistere. Un pianeta senza dubbi è destinato all'estinzione. Per questo abbiamo bisogno di contraddizioni. Mi piacerebbe poter chiamare le contraddizioni "incontraddizioni" perchè c'è un "incontro" di due realtà, due dubbi, due sentimenti e probabilmente anche di due verità. Se la verità consiste nell'assenza di parole , la contraddizione è la sua apoteosi, perchè non nega l'esistenza a nessun pensiero pensabile ed a nessun desiderio desiderabile. Ma contraddizione mi porta ineluttabilmente al significato di "contrario" di altro.
Ma contrario di che o a che? Se fioriscono dubbi è perchè esistono più momenti nella realtà che viviamo e questo ci permette di avere dei punti di vista che ci forniscono delle belle contraddizioni fresche fresche tutti i giorni. Quindi posso imparare qualcosa dal contrario di altro. Se penso che mi piace la luce del tramonto esprimo al tempo stesso una sensazione, un'emozione, un desiderio ed una contraddizione perchè la luce del tramonto precede le tenebre che sono il contrario della luce.
La musica, ad esempio, è l'esatto contrario del silenzio, ma sono adorabili entrambe perchè l'una ricorda l'altro per dolcezza ed armonia.L'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia si suol dire, ed è vero, perchè entrambe i sentimenti scatenano passioni talvolta incontrollabili pur essendo opposti come significato. Allora non capisco perchè il termine contraddizione assume il più delle volte un significato negativo, come se la persona che gli da vita fosse un imperfetto e non un creatore di pensieri. Mi chiedo come fanno certe persone ad avere una smisurata paura di questi pensieri apparentemente contrastanti ma indispensabili a definire la vera consistenza dell'esistenza.

martedì 15 dicembre 2009

18- verità


Che bella parola. Ma dove si nasconde. Forse nella realtà? Su pianetadove è ricercatissima, ma i nascondigli della fisicità umana sono innumerevoli e perciò risulta difficile individuarla nelle persone. Forse è più facile trovarla accanto ad un mattino appena sorto, ad un fiore appena sbocciato o negli occhi di un cane o di un gatto. Si, è molto meglio così. Vorrei stare alla ricerca della verità per tutta la vita, non vorrei fare altro tanto ne sono attirato. Ho scoperto che c'è un posto dove di sicuro non c'è. Questo posto è nelle parole. Infatti le uniche parole accettabili sono quelle della poesia dove non c'è verità ma il vuoto della sua assenza. Finalmente si può vedere l'assenza della verità nella poesia. La verità è assenza di parole nella quale ogni contenuto può trovare paradossalmente il suo contenitore. Per questo siamo schiavi delle parole, per non essere contenuti in questo vuoto costruito che riempie il presente di "insignificati" da tenere schiacciati tra i due pesanti ingomberi del passato e del futuro. Il passato è dolce e volgare ed il futuro testardo ed irriconoscente e la verità se ne sta abbondantemente lontano. Via da queste trappole per topi, da queste tagliole immarcescenti che popolano i giorni e le notti con l'impeto di uno sciame di cavallette. C'è bisogno di molta aria per respirare e di molto silenzio per sentire la verità. Così soltanto riesco a trovare quello spazio arcano, spesso quasi insondabile dove spiarmi come sono, con la mia parte evidentemente visibile e la mia parte nera che mi segue come un'ombra e che mi da la dimensione del mio vero essere. La verità.

mercoledì 2 dicembre 2009

17- PASSI DI PACE


Meditazione camminata significa praticare la meditazione mentre cammino.
E' una pratica che da gioia e pace e fa riscoprire il piacere di camminare.
Faccio passi brevi, procedo lentamente, in totale rilassamento, con il cuore aperto all'esperienza della pace. Non devo sbrigarmi, perché non sto andando da nessuna parte. La meta è ogni passo, e cammino in modo tale da lasciare sulla terra orme di pace e libertà. Con ogni passo genero F energia della calma e della presenza mentale, e questa energia risana e trasforma il mio essere.
Per camminare così devo imparare a lasciar andare, a deporre le ansie, le preoccupazioni.
E' possibile. Tutti siamo in grado di farlo. Basta un po' di consapevolezza, e il sincero proposito di essere in pace. Se sapete fare un passo in completa pace, saprete farne due. Potete fare cento, mille passi in completa pace.
E il mondo avrà pace.
Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh, nato in Vietnam nel 1926, è monaco zen dall'età di 16 anni. Durante la guerra del Vietnam ha rinunciato all'isolamento monastico per aiutare attivamente il suo popolo: nel 1964, di ritorno da un viaggio di studio e insegnamento alla Columbia University (New York), ha fondato in Vietnam la Scuola dei Giovani per il Servizio Sociale, "piccoli corpi di pace", che si recavano nelle campagne per creare scuole, ospedali, e ricostruire i villaggi bombardati dalla guerra. Nel febbraio del 1966, in Vietnam, ha fondato l'Ordine dell'Inter-Essere, il primo nucleo di una comunità impegnata a realizzare la sintesi tra etica buddista e impegno sociale, nel mezzo della tragedia della guerra. Costretto all'esilio dopo una serie di conferenze negli Stati Uniti, ha dato vita alla Delegazione di pace Buddista partecipando cosi alle trattative di Parigi. Nel 1967 fu proposto al Premio Nobel per la Pace da Martin Luther King. Nel 1982 ha fondato in Francia Plum Village, una comunità di monaci e laici, dove vive insegnando l'arte della riconciliazione e della consapevolezza nella vita quotidiana.
Negli ultimi anni si è attivato contribuendo al dialogo tra israeliani e palestinesi. Ha sempre affiancato alla pratica spirituale l'impegno sociale e politico per la pace. I suoi libri, (più di 70), sono tradotti in diverse lingue.