lunedì 26 ottobre 2009

8- dialogo o "casinalogo"


Parole, parole,parole faceva una canzone di Mina ma le parole che vogliono avere un senso sono le sole parole che è necessario usare in un dialogo?

La mia amica Wiki mi dice che il termine dialogo (dal greco dià, "attraverso" e logos, "discorso") indica il confronto verbale tra due o più persone, mezzo utile per esprimere sentimenti diversi e discutere idee contrapposte.

Esatto! Certo, esprimere e discutere sono i luoghi delle parole ed è lì che devono nascere crescere e moltiplicarsi.

Ho notato che appena arrivata su pianeta dove la parola dialogo era confusa e stordita e questo atteggiamento ha messo un po’ in crisi gli alberi della saggezza ed i cespugli del dubbio che con un po’ di fatica hanno trovato i loro frutti. Vediamoli.

Quando una persona discute con un’altra è sempre necessario non ascoltarla?

In TV se ne vedono davvero di tutti i colori ma ciò a cui si assiste più spesso in terrificanti “dibattiti” tra “opinionisti” è che non si ascoltano ma semplicemente …immaginano… quel che l’altro sta dicendo, creandosi una risposta mentre ascoltano.

Ma perché le parole diventano …corpi contundenti da scagliare verso l’altro?

Il lancio delle parole verso l’altro a mò di sasso preistorico è una prassi della comunicazione moderna (…moderna?), sembra quasi che le persone non vogliano dirsi qualcosa ma imporsi l’un l’altro la propria esistenza con annessi e connessi al solo scopo di dimostrare che sono esseri esistenti e che tali sono perché debbono per forza difendere o difendersi da qualcosa. In definitiva, io credo, si ha una paura “istintiva” dell’altro che mette in luce solo debolezza e mancanza di senso della vita.

Non so perché, ma, non avete anche voi l’impressione che il dialogo stia prendendo sempre di più le sembianze di un’aggressione o di una seduzione?

Questi “conflitti” ,senza alcun conflitto vero, mostrano mancanza di amore per la comprensione che è l’obiettivo primario del dialogo. L’ascolto di ciò che l’altro dice è diventato solo una fastidiosa costrizione alla quale dobbiamo sottoporci al fine di poter rispondere con la nostra grandiosa saggezza fai da te, comprata a rate chissà dove.

Non si accolgono le parole dell’altro ma le si recintano per deportarle in grosso tritaparole affinché dell’altro non resti nulla. Spesso le parole e di conseguenza le idee dell’altro vengono persino violentate e stuprate dalle nostre idee e dalle nostre risposte virulente e minacciose.

Perché non c’è contrasto di idee, ma solo distruzione dell’altro?

Forse perché è scomparsa la parola “compenetrazione” dal vocabolario umano, non si è più capaci di accogliere, comprendere e far proprie le parole e le idee dell’altro?

Forse perché le parole non hanno più lo scopo di comunicare, ma di convincere, sedurre,collocare in un posto piuttosto che un altro le “vittime” della comunicazione?

Forse perché il “casinalogo” è più confacente alla società moderna fatta di truffe, intrallazzi, imbrogli, apparenze, tranelli ecc.?

Io mi accontento di poco:

Profonda magia è saper trar il contrario

dopo aver trovato il punto de l'unione.

(“De la causa, principio et uno” – Giordano Bruno)

sabato 24 ottobre 2009

7 - la vita è un viaggio


Mi piacerebbe poter ricordare ogni istante di questo viaggio, come per poterlo rivivere ogni volta che desidero. Ma so che non è così, forse è come quando fai una bella nuotata in un mare limpido e calmo, sei soddisfatto ma il sentire asciugarsi l’acqua addosso ne è solo il ricordo e sei sei in sintonia con ciò che hai fatto (il bagno) ed è stato quel che hai realmente desiderato non ti resta che bearti dello scivolare dell’acqua sulla pelle che piano piano si asciuga riportandoti in uno stato di “ritorno” a come eri prima, ma con qualche cosa in più…il bello della vita…forse qualcuno lo chiama felicità.

Non sono così filosofo da continuare questo pensiero nella forma che vorrei, ma so che ogni immagine che siamo capaci di trasmettere genera negli altri (in quelli che sanno ricevere) un'altra immagine che a sua volta sarà trasmessa e genererà altro amore, altra felicità…altri dubbi.

Il dialogo con il silenzio e la montagna è un dialogo di ricerca tra panorami e sudore, bellezza e fatica, dolore e gioia ed altri contrasti che ti fanno sentire vivo ed in presa diretta con la mente che finalmente si avvicina al corpo e riesce a dialogare facendosi comprendere.

Allora diventi forte e trovi qualche pezzo di te che avevi perduto e provi piacere nel rimetterlo al suo posto… ed ecco apparire chiaro (o quasi) perché ti sentivi svuotato ed in parte confuso…forse annoiato dalla vita.

Questa vita che ogni giorno bracchi come una preda “irrinunciabile” (spesso in maniera non indispensabile!) e che ogni giorno fa il suo dovere di “preda” ossia quello di fuggire.

E’ l’eterno gioco del non morire prima di aver capito chi sei e che cosa fai in questo mondo.

E’ la semplice intuizione di una strada che comunque sia serve solo a non perderti, poiché seguendola arrivi da qualche parte ed il gusto dell’immaginazione talvolta (quasi sempre ) è più forte della realtà.

Quando senti la paura di invecchiare e di morire così forte dentro di te, ma così debole da farsi sconfiggere da un sorriso incontrato per strada, allora vuol dire che sei sulla strada giusta, vuol dire che puoi comprendere anche se non sai quando, vuol dire che puoi fare ciò che pensi, anche se questo ti costa, perché hai pochi “simili” sulla tua strada e la solitudine è sempre in agguato.

Quella solitudine senza silenzio che ti fa sentire solo senza madre né padre, senza scarpe e senza sguardo, senza di te stesso e senza gli altri, quella solitudine che ti impedisce di crescere e di essere forte quanto basta per respirare senza annaspare, per godere senza rinunciare, per piangere senza intristirti.

A tutti voi un abbraccio

giovedì 22 ottobre 2009

6- LA TUTTOFOBIA...


La mia amica wiki (wikipedia) dice che fobia significa:Il termine fobia (dal greco φόβος, che si legge "phobos", ossia "paura") è un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività o persone, che può, nei casi più gravi, limitare l'autonomia del soggetto.
Ovviamente appena sbarcata su pianetadove questa "multiparola" ha avuto un impatto considerevole e si sono messi in moto tutte quelle parole che hanno a che fare con "fobia"...omofobia, xenofobia, claustrofobia, insomma le sorelle paura.
Ultimamente c'è un genere di appartenenti alla razza umana che ne soffre davvero in maniera preoccupante e pensa che rivelando questa paura la paura sparisca come d'incanto.
Omofobia che è? Paura di avere paura di essere uguale ad un omosessuale? paura degli omosessuali? paura di essere omosessuale? essere omosessuale ed avere paura di riconoscerlo?
non lo so! queste domande mi sembrano tutte attinenti al profilo di un omofobico.
Ma quale sistema utilizza l'umano per essere omofobico?
Pregiudizio?
Io non voglio avere a che fare con quelle persone che desiderano avere rapporti affettivi con persone dello stesso sesso!
Discrimine?
Che facciano quello che vogliono ma non a casa mia, nel mio ufficio, nella mia scuola ecc.!.
Ipocondria del sistema sociale?
Ho paura che questi "vizi" intacchino il brodo sociale nel quale vivo e nel quale vive la mia famiglia!
Religione?
E' peccato!

E' veramente arduo anche il solo provare a dare una spiegazione a questa fobia che a guardare bene non si tratta di fobia intesa come paura, ma solo di mancanza di sguardo alla vita in tutte le sue forme e questo sapete cosa mi fa pensare?
Che nonostante la nostra evoluzione ancora non abbiamo imparato ad avere occhi giusti per osservare come è fatta la vita.
L'amore ( forse) è una cosa che è meglio lasciare libera in tutte le sue espressioni.
No?

martedì 20 ottobre 2009

5-l'opinione pubblica


Ahi,ahi amici miei!
oggi è arrivata su pianetadove un parolona (anzi due)..tatataratà..."opinione pubblica"
Subito le domande e i dubbi sono spuntati come funghi su tutto il pianetino!
Anzitutto è schizzata fuori all'improvviso una domandaccia di quelle..
Ma se l'opinione pubblica è formata da tante opinioni private come fa ad essere pubblica?
Forse potrebbe chiamarsi opinione privata collettiva?... Mha!
E se i governi ed i partiti per attirare l'attenzione dei cittadini cercassero di proporre solo quello che viene fuori dall'opinione pubblica ? Cosa accadrebbe?
Vi immaginate se nell'opinione pubblica (ma privata nella sostanza) emergesse che è meglio respingere i poveri disgraziati del sud (ed alle volte anche dell'est) che scappano da fame , miseria e morte che hanno regalato a quei paesi le nostre ricche e supercivilizzate nazioni?
Vi immaginate se nell'opinione pubblica (ma privata nella sostanza) emergesse che è meglio cacciare i rom, i sinti e tutti gli zingari nelle riserve come gli indiani d'america solo perchè tanto sono tutti ladri e non sono capaci di fare delle normali rapine come i delinquenti DOC italiani o delle sane truffe come quelle delle banche ?
Vi immaginate se nell'opinione pubblica (ma privata nella sostanza) emergesse che è meglio costruire una ventina di centrali nucleari nel paese dei paesaggi e del 70% di opere d'arte di tutto il mondo?
Ma possiamo avere il dubbio che l'opinione pubblica, proprio per che "individuale" possa essere "MALATA" come qualunque essere umano di questa terra?
Un essere umano può essere esaurito, depresso, ansioso, alcolista, tossicodipendente ecc. ecc. e perchè non può esserlo l'opinione pubblica?
Ma la domandona più tremenda è:
E se chi governa o vuol governare si basasse sui desideri di un'opinione pubblica malata...
CHE NE SAREBBE DELLA NOSTRA ITALIA?

lunedì 19 ottobre 2009

4 -L'identità non esiste


Leggo in questi giorni parole umane che appena arrivano su pianetadove vengono subito trasformate in frutti dolci e amari. Ma c'è una parola "Identità" che non si trasforma, ma sparisce!
Ho pensato: non esiste! Ma perchè non esiste?
Forse (parola magica) non esiste perchè gli uomini sono tutti uguali?
addirittura siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio!
( A dire il vero ne dubito quando vedo assassini, stupratori, truffatori,ipocriti ecc)
Ma si! La razza è una sola...quella umana! Ecco perchè non esiste l'identità, certo!
Ma sarà così?
Si, certo esistono le etnie, le tribù,le culture, le idee...le invasioni, le guerre, le divise,le crociate...le perversioni...
Ma da sole queste bastano a definire un'identità?
Un congolese può dare il sangue ad un padano, però non può venire in Italia...
Sarà un identità questa?
E se è vero che tutti siamo figli dello stesso Dio, allora vuol dire che tutti dobbiamo per forza avere un'anima da qualche parte, e se è così è solo a Dio che dobbiamo rendere conto di come utilizziamo la nostra vita, la nostra religiosità e del modo in cui dimostriamo attraverso la religione di quanto siamo testimoni del bene comune!?
Si lo so, neanche questa è un identità!
Chissa? Forse l'illusione di essere migliori di qualche altro essere umano o peggio la paura del diverso forse si avvicinano al concetto di identità più di ogni altra cosa?
Ma sul pianetadove ancora non arriva la parola identità!
E' grave?

domenica 18 ottobre 2009

3 - Emozioni o realtà ?

Le emozioni alle volte
ci lasciano perplessi
sempre uniche
si trovano in un luogo vero o della mente,
in un altro corpo o in una voce
e perfino in una musica o in un teatro.

Ma a che servono le emozioni?

Sono una specie di carezza,
capaci di spingere l’anima
fin quasi in superficie
per renderla visibile, tangibile
mostrabile e dimostrabile…
oppure
sono una sorta di bomba a frammentazione
capace di provocare rivoluzioni viscerali
schiaffeggiando la mente
con pensieri nuovi
narcotizzandola
dalla paura del giorno prima
e dall’angoscia del giorno dopo?

Io non so esattamente
cosa siano le emozioni,
so solo che mi piace sentirle
risuonare dentro di me
e confondermi con esse per gioco.

Il gioco delle emozioni
è la parte della vita che preferisco,
quando gioie e sofferenze,
malinconie e risate,
dubbi e scatti d’orgoglio
ti riempiono come un otre di zampogna
e ti permettono di diventare suono
attraverso i bordoni degli occhi,
delle mani, della bocca e del cuore…
ed allora l’unica cosa che conta è il suono
che ami sentire e che ami far sentire agli altri.

E l’amicizia è emozione?

Non lo so,
forse è solo affinità elettiva
oppure e conoscenza gentile
o…alle volte è semplice “catalogazione”
di nomi e di volti asettica,
aspecifica ed asintomatica
…come per le medicine.

La cosa importante è…
non perdere la capacità di sentire l’affinità
che si chiama elettiva proprio perché elegge
e quindi eleva dentro e “fra” qualcosa che si sente
ma non ha forma,
che si ha dentro ma che si cerca fuori da sé
…forse è solo un desiderio di andare
verso la via della vita!?

…E la realtà?

... è forse quella cosa che pretende
di farci conoscere che cosa siamo ?

o forse è quell’istante
quando si sta insieme con amici
a chiacchierare davanti
ad un buon bicchier di vino,
o a passeggiare senza meta
per finire poi a spalmare parole
su di una banalissima pizza !

o …forse… le emozioni
rimangono incastrate nella realtà
pretendendo che arrivi domani…
ed allora cerchiamo affannosamente
di dare alla realtà quel che è della realtà
ed alle emozioni ciò che è delle emozioni.

Le emozioni sono come i binari!
…un momento
…uno spezzone di vita
…un binario che si attacca ad un altro
e poi ad un altro
…altrimenti non può portarti
da nessuna parte.


sabato 17 ottobre 2009

2 -Televisione chi è costei?

In questi giorni la televisione è il terreno di scontro tra varie tipologie di esseri umani, tutti benpensanti, tutti educati, tutti bravi che però si scannerebbero tra loro.
Nessuno lascia la sua voce a disposizione della verità, e questo purtroppo è un insegnamento!
Nel pianeta dove, (dove vivo o mi sembra di vivere) ho trovato alcune domande appese agli alberi della saggezza e delle piccole idee tra i cespugli della speranza.

Domande:
1) Perchè si fanno programmi televisivi in base a quanta pubblicità riescono a vendere?
2) Perchè si considerano oltraggio alle donne taluni dettami della religione islamica e non vale la stessa cosa per le seminudità femminili utilizzate spesso nei programmi televisivi?
3) Perchè una volta in televisione i programmi si facevano con gli artisti e gli studiosi ed oggi si fanno con gli opinionisti e gli esibizionisti?
4) Perchè non c'è un organo che critica il "gradimento" dei programmi televisivi quando questo combacia con programmi di bassa qualità artistica e culturale?

Idee:
Bisognerebbe trovare il modo di organizzare una sorta di convegno degli stati generali dei telespettatori per vedere quanto sono disponibili a sopportare questa tv. Se una volta la tv si sforzava di essere migliore di quelli che la vedevano e di insegnare a tutti una lingua italiana da condividere, oggi invece non ci si rende conto che coloro che guardano la tv sono molto meglio di quelli che la fanno. Perciò si potrebbe fornire una tv come quella di rai edu nella quale la pubblicità costi molto meno e non venga tassata ed altre come.....avete capito...tassata moltissimo. In questo modo le tasse potrebbero essere utilizzate per finanziare tv con aspetti culturali di cui abbiamo tanto bisogno.

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1 - oggi è un giorno come un altro


oggi è un giorno come un altro, ma comunque è il primo di tutti quelli che verranno e perciò mi sembra un buon giorno per iniziare un blog