Mi piacerebbe poter ricordare ogni istante di questo viaggio, come per poterlo rivivere ogni volta che desidero. Ma so che non è così, forse è come quando fai una bella nuotata in un mare limpido e calmo, sei soddisfatto ma il sentire asciugarsi l’acqua addosso ne è solo il ricordo e sei sei in sintonia con ciò che hai fatto (il bagno) ed è stato quel che hai realmente desiderato non ti resta che bearti dello scivolare dell’acqua sulla pelle che piano piano si asciuga riportandoti in uno stato di “ritorno” a come eri prima, ma con qualche cosa in più…il bello della vita…forse qualcuno lo chiama felicità.
Non sono così filosofo da continuare questo pensiero nella forma che vorrei, ma so che ogni immagine che siamo capaci di trasmettere genera negli altri (in quelli che sanno ricevere) un'altra immagine che a sua volta sarà trasmessa e genererà altro amore, altra felicità…altri dubbi.
Il dialogo con il silenzio e la montagna è un dialogo di ricerca tra panorami e sudore, bellezza e fatica, dolore e gioia ed altri contrasti che ti fanno sentire vivo ed in presa diretta con la mente che finalmente si avvicina al corpo e riesce a dialogare facendosi comprendere.
Allora diventi forte e trovi qualche pezzo di te che avevi perduto e provi piacere nel rimetterlo al suo posto… ed ecco apparire chiaro (o quasi) perché ti sentivi svuotato ed in parte confuso…forse annoiato dalla vita.
Questa vita che ogni giorno bracchi come una preda “irrinunciabile” (spesso in maniera non indispensabile!) e che ogni giorno fa il suo dovere di “preda” ossia quello di fuggire.
E’ l’eterno gioco del non morire prima di aver capito chi sei e che cosa fai in questo mondo.
E’ la semplice intuizione di una strada che comunque sia serve solo a non perderti, poiché seguendola arrivi da qualche parte ed il gusto dell’immaginazione talvolta (quasi sempre ) è più forte della realtà.
Quando senti la paura di invecchiare e di morire così forte dentro di te, ma così debole da farsi sconfiggere da un sorriso incontrato per strada, allora vuol dire che sei sulla strada giusta, vuol dire che puoi comprendere anche se non sai quando, vuol dire che puoi fare ciò che pensi, anche se questo ti costa, perché hai pochi “simili” sulla tua strada e la solitudine è sempre in agguato.
Quella solitudine senza silenzio che ti fa sentire solo senza madre né padre, senza scarpe e senza sguardo, senza di te stesso e senza gli altri, quella solitudine che ti impedisce di crescere e di essere forte quanto basta per respirare senza annaspare, per godere senza rinunciare, per piangere senza intristirti.
A tutti voi un abbraccio
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